PASOLINI E IL GENOCIDIO DEL SOTTOPROLETARIATO

di Federico Canziani

Pierpaolo Pasolini considerò il sottoproletariato delle periferie romane puro ed incontaminato dall’influsso del consumismo travolgente ed omologatore di natura capitalista. Ciò è palesemente evidente nel film del 1961, “Accattone” la cui chiave di lettura coincide con il concetto sopra espresso. Le cose cambiano tra il 1961 ed il 1975, quando, utilizzano un termine dello stesso scrittore, avviene il “genocidio” della classe sottoproletaria la cui gioventù, sempre viva nel generare nuovi lessici, viene violentemente sostituita da altre categorie per il poeta insopportabili, private della genuina simpatia fino al limite dell’odiosità.

La nuova categoria giovanile, seppur socialmente sempre identificabile con il sottoproletariato, ha perso la precedente originalità e purezza, avendo subito l’inquinante influenza borghese dei “figli di papà”.

Il sottoproletariato perde la propria autonomia “culturale” (in modo involontario ed inconsapevole) e viene sostituito da una generazione che fonda il proprio essere sull’imitazione della gioventù borghese dei “Parioli”.

Pasolini cerca di far capire ad Italo Calvino in “Lettera luterana a Italo Calvino” (pubblicata sul settimanale “Il Mondo” nell’ottobre del 1975, quindi un mese prima della sua morte, in risposta ad un articolo dello scrittore Cubano (Calvino) sul Corriere della Sera sempre nel mese di ottobre 1975 relativo alla carneficina del Circeo), che le cause di tali atteggiamenti criminosi non derivano dalla natura intrinseca di una specifica categoria sociale bensì sono comuni alle borgate e ai quartieri ricchi. Le cause sono da ricercare in quella che lo stresso Pasolini definisce la sua “litanìa”, cioè da “fonti di corruzione più lontani” riferibili ai modi di produzione, al consumismo esasperato, alla iperproduzione di beni superflui, all’edonismo che ne consegue e quindi ai modi di produzione.

Questo è il pensiero lungimirante, passibile senz’altro di critica, di un intellettuale lungimirante come PPP.

“Accattone” è un film da guardare, non solo da vedere!!

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